Un piatto di ramen mi ha salvato la vita.
Avete presente la scena del film Amelie quando la protagonista aiuta il vecchietto non vedente ad attraversare la strada raccontandogli tutto quello che incontrano durante il tragitto e lui alla fine si illumina di felicità e gratitudine? Ecco il primo boccone di ramen ha risvegliato tutti i miei sensi esattamente in quel modo.
Dopo 12 ore di volo, una fame da lupo e un’umidità che arriccia i capelli, anche a chi come me li ha come spaghetti, scegliamo un locale per rifocillarci: un ristorante, con una decina di posti a sedere, sotto la stazione ferroviaria di Tokyo. Appena arrivati ci mettiamo ordinatamente in coda aspettando il nostro turno per sederci. Prima cosa da capire: non si ordina al tavolo, ma prima di accomodarsi in modo da ottimizzare i tempi. Seconda cosa: non si ordina ad un cameriere, ma ad una macchinetta come quella dei distributori di bibite scegliendo come comporre il piatto. Il ramen infatti non è standard, ma puoi scegliere come guarnirlo: uova, arrosto di maiale, verdure, extra noodles, il tipo di brodo e così via.
La ricetta dei ramen che vi propongo è veloce. Lo so, le parole ramen e “veloce” non dovrebbero mai stare nella stessa frase. Se decidete di prepararlo come si deve ci vogliono circa 48 ore per cucinare tutti gli ingredienti necessari per comporlo in modo corretto. Se invece vi è venuta una voglia matta all’improvviso c’è una soluzione: questa ricetta ottimizza i tempi di preparazione e in 30 minuti hai in tavola un piatto di ramen di tutto rispetto.
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